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A quale età gli storioni raggiungono la maturità sessuale?

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    Il caviale è un alimento che si ottiene esclusivamente dalla lavorazione e salatura delle uova di storione, un pesce appartenente alla famiglia degli Acipenseridi. Quello che però rende questo prodotto così prezioso e costoso è l’investimento economico che c’è dietro all’allevamento di questi animali che impiegano moltissimi anni per giungere alla maturità sessuale (momento in cui si possono prelevare le uova per la produzione di caviale). 

    La maturità sessuale delle specie di storione

    Anche in condizioni di allevamento intensivo la maturazione sessuale è molto tardiva ed è diversa a seconda della specie.

    • Lo storione ladano (Huso huso), meglio conosciuto come beluga, è la specie che raggiunge la maturità sessuale molto più tardi rispetto a tutte le altre specie di storioni. I maschi maturano a 6-8 anni mentre le femmine a 16-18 anni di età. Tra una ovulazione e la successiva possono trascorrere anche 4-5 anni.
    • Lo storione russo (Acipenser gueldenstaedtii) è più precoce del beluga, raggiungendo la maturità sessuale a 5 anni negli esemplari maschi e a 10-12 nelle femmine. L’intervallo tra due ovulazioni è di 2-3 anni.
    • Lo storione siberiano (Acipenser baerii) matura ancora prima rispetto alle due specie precedenti: i maschi a 3 anni e le femmine a 6-8. L’intervallo tra le ovulazioni è di 2 anni.
    • Lo storione stellato (Acipenser stellatus) ha caratteristiche di maturazione sovrapponibili al siberiano.
    • Lo storione sterletto (Acipenser rutenus) è invece il più precoce in assoluto: le femmine maturano già a 3 anni di età e hanno ovulazioni annuali. 

    Tecniche di “sessaggio” in allevamento

    Gli storioni non hanno dimorfismo sessuale: è cioè impossibile individuare dei caratteri fenotipici legati ad un sesso o all’altro. Questo ha da sempre rappresentato una sfida per l’ambiente di allevamento.

    Più che essere in grado di distinguere i pesci maturi, gli allevatori scelgono di separare i sessi appena le gonadi iniziano a differenziarsi. In questo modo i due sessi possono essere gestiti in impianto in modo separato a seconda delle necessità. A tal fine sono state messe a punto numerose tecniche di “sessaggio”.

    Da sempre, l’obiettivo primario è di riuscire a distinguere i sessi procurando al pesce il minor stress possibile. Le tecniche maggiormente conosciute sono la biopsia, l’ecografia, l’endoscopia e l’uso di marker genetici. Ognuna di queste tecniche ha vantaggi e svantaggi.

    L’endoscopia è usata solamente in casi eccezionali, soprattutto in campo di ricerca o in progetti di recupero di specie particolarmente a rischio per le quali è difficile impiegare le altre tecniche. È una tecnica molto invasiva e che richiede molto tempo, attrezzatura particolare e personale molto esperto. Negli allevamenti intensivi non è mai usata.

    L’uso di marker genetici è forse il futuro e molti studi dimostrano grandi potenzialità con un buon grado di affidabilità. Alcuni problemi associati a questa tecnica possono essere il costo per pesce e il fatto di dover manipolare i pesci almeno due volte (la prima per prelevare il campione e marcare il pesce individualmente e la seconda, ad analisi terminata, per riconoscere i singoli pesci e separarli).

    Attualmente l’ecografia è la soluzione più impiegata e che ha ormai soppiantato la biopsia. Non è invasiva, se effettuata da personale ben formato ha un elevatissimo livello di affidabilità, richiede pochissimo tempo per essere eseguita e permette una differenziazione dei sessi molto precoce. L’ecografia può anche essere impiegata come primo screening nella valutazione della maturità gonadica delle femmine pronte alla produzione di caviale.

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