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Genetica dello storione

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    A secondo del loro corredo cromosomico, gli storioni possono essere divisi in due gruppi: diploidi e tetraploidi. 

    Conosci la differenza ?

    In biologia, per ploidìa si indica genericamente il numero delle serie (omologhe) di cromosomi presenti in una cellula e ogni serie si indica con la lettera n

    Se all’interno del nucleo cellulare sono presenti due serie di cromosomi, provenienti rispettivamente dal padre e dalla madre, si parla di diploidia (2n); se invece nel nucleo della cellula il numero dei cromosomi è 4n, cioè il doppio del normale, si parla di tetraploidia. 

    La manipolazione genetica in allevamento

    Tutti gli storioni sono caratterizzati da poliploidia (numero di cromosomi maggiore del normale) come segno distintivo genetico. La manipolazione del corredo cromosomico è un’applicazione biotecnologica che mira ad alterare il “normale” meccanismo con cui i caratteri dei genitori sono trasmessi alla progenie durante la riproduzione. Con opportuni interventi manipolativi si possono produrre individui poliploidi, cioè che hanno un numero di cromosomi superiore al normale diploide (2n), ma pur sempre multiplo di “n” (tetraploide = 4n; ecc.) e individui diploidi originati per trasmissione uniparentale del genoma, ossia esclusivamente dalla madre o dal padre.

    Tra le specie oggetto di acquacoltura, talvolta uno dei due sessi può risultare più interessante per la produzione, sia perché esibisce un più alto tasso di crescita, sia per peculiari aspetti organolettici particolarmente graditi dal mercato, come nel caso degli storioni.

    L’evoluzione genetica degli storioni

    Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution, gli storioni si sarebbero diversificati genomicamente circa 345 milioni di anni fa. 

    Il loro aspetto esterno è cambiato molto poco da allora e, a quanto pare, anche il loro DNA. Per verificarlo, i genetisti hanno analizzato sia le proteine codificate dai geni che le sequenze genetiche dello storione sterleto (Acipenser ruthenus). 

    Lo studio ha dimostrato che l’evoluzione delle proteine ha proceduto ad un ritmo molto lento e il tasso di evoluzione delle proteine di questa specie di storione, secondo gli scienziati, è simile a quello del celacanto e degli squali, ossia pesci che hanno nuotato negli oceani da più di 300 milioni di anni. Dal punto di vista genetico, l’analisi delle sequenze ha rivelato che lo storione sterleto ha subito una duplicazione del suo genoma circa 180 milioni di anni fa: questa specie infatti non è dunque diploide ma tetraploide, ovvero con 4 copie di cromosomi anziché 2.

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